La Cia commenta la bocciatura del ricorso contro il decreto interministeriale che proibisce la semina di mais Mon810. Ora il governo proceda all’attivazione della clausola di salvaguardia.
La bocciatura del Tar del Lazio sul ricorso presentato contro la legittimità del decreto interministeriale che proibisce la semina di mais Mon810 è una buona notizia per l’agricoltura italiana. Ora il governo risolva in maniera definitiva la questione Ogm in Italia, procedendo al più presto all’attivazione della clausola della salvaguardia. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.
La nostra posizione sugli Ogm non è ideologica -ricorda la Cia- ma scaturisce dalla consapevolezza che la loro introduzione può annullare la nostra idea di agricoltura e, quindi, il maggiore vantaggio competitivo dei suoi prodotti sui mercati: qualità, tracciabilità, biodiversità, tipicità. La loro immissione sui nostri mercati metterebbe a rischio gli oltre 5.000 prodotti tipici che rappresentano la spina dorsale del “made in Italy” agroalimentare.
Il “no” agli Ogm, tra l’altro, è condiviso da oltre il 70 per cento degli italiani -osserva la Cia- e diventa fondamentale a un anno da “Expo 2015”, dove l’Italia ha scelto di mostrarsi al mondo attraverso il cibo, nelle sue accezioni più diverse, ma tutte saldamente legate alla storia, alla cultura, alle tradizioni delle variegate realtà rurali.
Da parte della Cia, comunque, non c’è un atteggiamento oscurantista né una preclusione nei confronti della ricerca -aggiunge la Confederazione-. Ma tutto deve essere fatto nel pieno rispetto del principio di precauzione e della tutela delle esigenze peculiari delle produzioni tipiche dei territori agricoli italiani.