La Cia sui dati diffusi dall’Istat e relativi al secondo trimestre dell’anno: difficile immaginare uno scenario peggiore, soprattutto al Sud. Occorre un cambio di marcia con misure “ad hoc” per rilanciare il potere d’acquisto degli italiani.
Sull’inflazione è difficile pensare a uno scenario peggiore: i prezzi dei beni sono in deflazione dello 0,1 per cento e, in particolare, i listini dei prodotti alimentari freschi come frutta e ortaggi crollano ai minimi segnando -1,5 per cento. E’ chiaro, quindi, che serve un deciso cambio di marcia, con interventi immediati a sostegno del potere d’acquisto delle famiglie, soprattutto al Sud dove l’incidenza di povertà tocca quasi una famiglia su tre. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati Istat nel secondo trimestre dell’anno.
La dinamica dell’inflazione continua a riflettere la debolezza della domanda interna -sottolinea la Cia- con gli italiani costretti dalla crisi persistente a tagliare i consumi, anche quelli incomprimibili come i generi alimentari. Basti pensare che nell’ultimo anno il 65 per cento delle famiglie ha dovuto ridurre quantità e qualità del cibo acquistato, percentuale che però arriva al 77 per cento nel Mezzogiorno. Non solo: ben 3,3 milioni di famiglie (oltre il 14 per cento) ormai si rivolgono agli “hard discount” – le cattedrali del prodotto low-cost indifferenziato – per la spesa alimentare, mettendo completamente da parte elementi un tempo decisivi nell’acquisto come la marca.