Crescono solo i discount e i negozi etnici. La Cia in merito al Rapporto Coop 2014 “Consumi & Distribuzione”: serve un pacchetto di misure organiche di sostegno al reddito delle famiglie. Dall’inizio della crisi a oggi -13% acquisti di alimentari e bevande. Convenienza e flessibilità trainano le botteghe gestite da stranieri: per il 62% i prezzi sono più bassi.
Per rilanciare i consumi il bonus Irpef non è sufficiente, servono altri provvedimenti a tutela del potere d’acquisto. L’ennesima conferma arriva oggi dal Rapporto Coop 2014, secondo cui solo nel 2015 si invertirà la tendenza recessiva, senza comunque tornare ai livelli pre-crisi. E’ chiaro, quindi, che non bastano gli 80 euro in più in busta paga: è tempo di attuare misure organiche di sostegno alle famiglie, cominciando dalle fasce più deboli, tanto più che il reddito disponibile degli italiani è crollato dell’11 per cento nel periodo 2007-2013. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.
Dall’inizio della crisi, ormai, un italiano su due è passato a prodotti più economici, in primis per la tavola, con una caduta degli acquisti di cibo e bevande del 13 per cento circa in 6 anni -osserva la Cia-. Le famiglie tagliano il superfluo ma anche lo spreco, approfittano di sconti e promozioni che oggi riguardano un terzo dei prodotti sugli scaffali e soprattutto ricorrono ai discount e ai piccoli negozi etnici.
Nel primo semestre del 2014 infatti -spiega la Cia- non solo i discount sono l’unica forma distributiva che cresce costantemente (+2,7 per cento), ma secondo le nostre analisi oggi convenienza e flessibilità trainano anche le botteghe gestite da stranieri, dove il 23 per cento degli italiani acquista generi alimentari, frutta e verdura: per il 62 per cento i prezzi sono più convenienti; per il 34 per cento conta la particolarità dei prodotti offerti; per il 22 per cento incidono anche gli orari più flessibili e dilatati rispetto ai negozi tradizionali.