La Cia commenta i dati diffusi oggi dall’Istat: nel secondo trimestre dell’anno sono diminuiti ancora i listini all’origine, con crolli per ortaggi (-12,2%), vino (-10,8%), cereali (-9,1%) e frutta (-8,9%), mentre sono salite le spese per proteggere i campi dal maltempo. Ma le aziende agricole non possono andare avanti se i prezzi corrisposti non coprono nemmeno i costi di produzione. C’è bisogno di misure “ad hoc” per far fronte alle criticità.
Rischio chiusura per migliaia di imprese agricole. Nel secondo trimestre del 2014 i prezzi pagati ai produttori sono calati del 4,8 per cento, con punte del -12,2 per cento per gli ortaggi e del -10,8 per cento per il vino, erodendo qualunque margine di redditività. Continuando con questo trend, molte aziende potrebbero non superare l’anno. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati diffusi oggi dall’Istat.
Le imprese agricole già lottano con la crisi, il calo dei consumi interni e il maltempo che continua a colpire le campagne portando danni e complicazioni -spiega la Cia-. Ma soprattutto gli agricoltori sostengono costi che, in particolar modo in questa fase recessiva, non sono in alcun modo compensati dal prezzo corrisposto per la vendita. Tra marzo e giugno, infatti, sono ancora diminuiti i listini alla produzione di quasi tutte le colture, con crolli anche per la frutta (-8,9 per cento), i cereali (-9,1 per cento) e l’olio d’oliva (-3,7 per cento), mentre sono cresciute le spese per proteggere o “curare” i campi dagli effetti dell’andamento climatico anomalo di quest’anno.
E’ chiaro, però, che la situazione non può continuare in questo modo -evidenzia la Cia-. Gli agricoltori sono titolari di un’impresa produttiva come qualsiasi altra, che immette sul mercato un bene (in questo caso primario visto che si tratta di alimentazione) ma deve avere un utile per sopravvivere. Per questo oggi servono precise strategie per far fronte alle criticità, partendo dalla questione della distribuzione del valore lungo la filiera che così non è più sostenibile. Per questo oggi la politica deve impegnarsi sul serio per il settore, mettendo in campo misure “ad hoc” per la crescita in agricoltura.