La Cia dopo l’approvazione a larga maggioranza da parte delle commissioni Agricoltura e Ambiente a Montecitorio: perdere terreno agricolo vuol dire colpire l’economia del Paese aumentando l’import alimentare, oltre a mettere a rischio un patrimonio paesaggistico da 10 miliardi. Ma soprattutto incuria, cementificazione selvaggia e degrado contribuiscono ad accrescere i fenomeni di dissesto idrogeologico. Adesso serve una vera politica di difesa e conservazione del territorio, con il protagonismo degli agricoltori.
E’ positiva l’approvazione del nuovo testo base del ddl sul consumo di suolo da parte delle commissioni riunite Agricoltura e Ambiente della Camera. Ora però non bisogna perdere altro tempo, ma lavorare per arrivare finalmente a una buona legge. Noi la sollecitiamo da tempo e ci aspettiamo di essere coinvolti per giungere a una norma utile e condivisa. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, sottolineando che si tratta di un provvedimento urgente, perché l’agricoltura continua a perdere terreno, minacciata costantemente dall’avanzata di cemento, incuria e degrado che solo negli ultimi vent’anni hanno divorato oltre 2 milioni di ettari coltivati.
Perdere terreno agricolo vuol dire, da un lato, aumentare la nostra dipendenza dall’estero nel capitolo agroalimentare -sottolinea la Cia- e, dall’altro, mettere a rischio un patrimonio paesaggistico che, tra il turismo rurale e l’indotto legato all’enogastronomia tipica, vale più di 10 miliardi di euro l’anno. L’estensione della superficie agricola è legata direttamente alla sicurezza alimentare, ma se da una parte cresce la domanda globale di cibo, dall’altra diminuiscono le terre coltivate. Una contraddizione che va fermata e affrontata, prima di tutto a livello nazionale”.
E poi “una nuova attenzione al territorio oggi è assolutamente necessaria anche per motivi ambientali -ricorda la Cia-. La mancata manutenzione del suolo, il degrado, la cementificazione selvaggia e abusiva, l’abbandono delle zone collinari e montane dove è venuto meno il fondamentale presidio dell’agricoltore, contribuiscono a quei fenomeni di dissesto idrogeologico del Paese che sono alla base di tragedie anche recenti. E’ ora di cambiare pagina, quindi, creando un futuro con più agricoltura e una politica territoriale veramente efficace”.