Il primo giorno di un nuovo lavoro si è sempre un po’ nervosi, specialmente se si ha a che fare con qualcosa che non è proprio il nostro forte. Ero tranquilla per i caffè e i cappuccini, ma sulla birra avevo alcune difficoltà.
Ora invece mi trovo a distinguere una pale ale da un’indian pale ale, so cos’è una porter e posso consigliare la nuova double ipa che è davvero una gran birra. Così, per fortuna, sono arrivata preparata al festival de la cerveza artesanal, che per il secondo anno si tiene ad Arequipa.
Non avrei mai pensato che in Perù si producesse tanta buona birra, più di venti stand pronti a far conoscere le proprie creature e alcune scoperte interessanti. Il birrificio Teach offre una black ipa, simile a una stout nell’aroma, Barranco è orgoglioso della sua Hoppy, Barbarian ha la migliore Ipa e si distingue anche nelle etichette, e Cumbres produce birre con maiz morado e quinoa.
Il locale dove lavoro è lo sponsor del festival, così ho avuto modo di conoscere da vicino alcuni produttori, tra cui il birrificio Cervezeria Valle Sagrado. Alex, il proprietario, è un ragazzo del New Jersey, che con altri due giovani intraprendenti ha aperto un birrificio a Cusco. All’arte della birra artigianale, uniscono ingredienti a chilometro zero. Ho assaggiato una pilsner con jora, un mais che proviene dalla Valle Sagrado, e mi hanno spiegato che il mais ha un’acidità che si sposa bene con le pilsner e aggiunge freschezza alla birra. La mia esplorazione è continuata con una pumpkin (zucca) porter alla quale aggiungono cacao, sempre proveniente da Cusco.
Il mercato della birra artigianale è appena nato in Perù, ho imparato che il luppolo è importato, perché non riesce a crescere nella fascia tropicale, e arrivano dall’estero anche quasi tutti i macchinari, il frumento è invece autoctono.
Il mondo della birra artigianale sembra essere in espansione e i ragazzi mi spiegano che è qualcosa che sta andando di pari passo con la crescita gastronomica del Paese, il Perù sta cominciando a mettere in mostra e a migliorare la sua meravigliosa cucina, e la birra artigianale trova il suo spazio in questo cambiamento.
Ci sarebbe tanto altro da raccontare, ma mi dilungherei davvero all’infinito. Non vi resta che venire in Perù e fare due chiacchiere con i produttori, che sono per lo più ragazzi con una passione, talento e voglia di fare qualcosa di buono, rispettando l’ambiente e unendo al loro lavoro anche progetti umanitari.
É immensamente stimolante conoscere qualcuno che si mette in gioco e riesce a creare qualcosa di eccezionale, perché spinto dalla voglia di fare e dalla fiducia in quello che fa.
Adesso la mia sfida è riuscire ad abbinare la birra al cioccolato.