Il presidente di Cia Dino Scanavino chiede che siano usate con urgenza le altre risorse, come quelle europee, per sostenere aziende e mercato
Il presidente della Cia Dino Scanavino: adesso utilizzare con urgenza le altre risorse disponibili, comprese quelle europee, che rappresentano un “tesoretto” da usare subito per sostenere le aziende e il mercato. E’ quello che chiedono a gran voce i nostri produttori che si stanno mobilitando in Lombardia, Piemonte e Veneto in difesa del prezzo alla stalla.
La firma del decreto attuativo del Fondo Latte, che sblocca 55 milioni di euro, è un primo e importante segnale per tutte quelle aziende che, alle prese con le difficoltà di una congiuntura sfavorevole e con problemi strutturali, attendevano l’operatività degli interventi previsti dal Fondo, soprattutto quelli per la ristrutturazione del debito. Lo afferma il presidente nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori Dino Scanavino.
Sono trascorsi più di dieci mesi da quando la legge di Stabilità 2015 aveva previsto il Fondo per la ristrutturazione del settore lattiero: un periodo lungo e difficile per i produttori, lungo il quale le risorse originariamente stanziate sono state dimezzate. Adesso (continua Scanavino) partendo da questo primo risultato, che si va ad aggiungere agli interventi contenuti nell’ultima manovra, è necessario accelerare con altre misure.
Le risorse dell’Ue, unite a quelle derivanti dalla compensazione del prelievo versato in eccesso, rappresentano un “tesoretto” da utilizzare subito per sostenere il mercato e per promuovere il consumo di latte e derivati. A chiederlo a gran voce (evidenzia il presidente della Cia) sono migliaia di allevatori che in queste ore si stanno mobilitando a difesa dei prezzi alla stalla e che aspettano dal Governo un’azione concreta per valorizzare il loro sacrificio e avere certezze sul futuro.
Oggi infatti (ricorda Scanavino) è partito lo stato di agitazione dei produttori di Cia Lombardia contro il basso prezzo del latte alla stalla, con un presidio permanente davanti lo stabilimento Lactalis di Corteolona, in provincia di Pavia, che andrà avanti fino a mercoledì 11 novembre. Nei giorni scorsi centinaia di allevatori piemontesi hanno protestato davanti allo stabilimento Biraghi di Cavallermaggiore (Cuneo) e a breve partirà anche la mobilitazione del comparto in Veneto.