Tutte le organizzazioni agricole ribadiscono la loro contrarietà alla vigilia dell’incontro dei Comuni al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. La scarsità del traffico nel tratto Magenta-Malpensa dimostra quanto il progetto fosse sbagliato già venticinque anni fa.
Assistiamo in questi giorni ad una ripresa del dibattito sulla realizzazione della famosa tratta Vigevano-Malpensa, stimolata anche dal fatto che i Sindaci saranno convocati a Roma il 27 di questo mese dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per esprimersi sul progetto originale, per altro vecchio e superato nel corso di questi anni da altre ipotesi realizzative. A questo progetto nel tempo si sono opposti molti sindaci, numerosissimi cittadini e gruppi ambientalisti e, non ultime, le associazioni di categoria agricole.
Questo vasto movimento d’opinione ha avuto come massima espressione la manifestazione del 28 marzo 2015 nella quale la partecipazione del mondo agricolo ha avuto un impatto fondamentale.
Nel frattempo si sono affermate nel tessuto sociale forti convinzioni che vedono nel consolidamento e nello sviluppo dell’attività agricola e della filiera agroalimentare che ne deriva, nonché dei servizi ad essa collegati come l’ospitalità agrituristica, la vendita diretta, le attività sociali e didattiche, un elemento forte di sviluppo economico soprattutto in una prolungata fase di crisi economica.
Ma tutte queste attività hanno a monte un presupposto ineludibile che è la preservazione e la valorizzazione dell’ambiente in cui si collocano: qualunque aggressione a questo presupposto ne inficia le possibilità di affermazione e sviluppo.
Nessuno nega la necessità di affrontare problematiche di tipo viabilistico ma ribadiamo qui con forza, come abbiamo per altro sottolineato nell’esaustivo documento dell’agosto 2015, che è necessario partire dall’adeguamento dell’esistente senza togliere ulteriore terreno agricolo, dal potenziamento del trasporto pubblico e da una ridefinizione della mobilità su strada come ormai di norma in tante realtà europee.
Pertanto siamo ancora una volta a chiedere agli amministratori che nelle loro valutazioni e prese di posizioni escano da una visione localista e di piccoli interessi per porsi con lungimiranza di fronte alle reali esigenze di affermazione di una economia che vede nella valorizzazione agro- ambientale un elemento di forza.