Altri nomi: bitter gourd, bitter melon, karela, goya e karavella.
Famiglia: Cucurbitaceae
Provenienza: Asia Sud-Orientale
Coltivazione: pianta erbacea annuale, costituita da una liana che raggiunge fino ai 5 metri di lunghezza, produce un frutto simile al cetriolo, caratterizzato da particolari rugosità e dal sapore spiccatamente amaro. Come le Cucurbitaceae, anche l’ampalaya richiede sostegni (reti, tralci ecc.) per crescere. Richiede Tmin intorno ai 15-20 °C, Tmax intorno ai 26-30 °C, e 2000-2500 mm/anno di acqua.
Proprietà e usi: Gli estratti di ampalaya possiedono proprietà antiossidanti, antimicrobiche, antivirali, anti ulceranti.
I decotti di foglie e steli vengono impiegati nel trattamento di dissenteria, reumatismi e gotta.
- charantia possiede la capacità di abbassare i livelli di glicemia del sangue grazie alla presenza del polipeptide-P, un composto organico presente nei frutti e nei semi. Grazie a questo composto l’ampalaya può essere impiegata nel trattamento del diabete e di patologie ad esso connesse (nefropatie, cataratta ecc.)
L’ampalaya contiene buone quantità di ferro (Fe), fosforo (P), calcio (Ca) e acido ascorbico (vitamina C).
I frutti e le foglie vengono impiegati nella preparazione di piatti tipici come fossero delle verdure. Possono esser cotti, stufati, soffritti e aggiunti in piccole quantità nelle zuppe per conferirgli un sapore più forte.
Le foglie possono essere usate nella preparazione di tè.
Curiosità: I frutti di ampalaya hanno un gusto particolare: sono molto amari! Questa amarezza è data dalla presenza di una molecola, la charantina o momordicina. Per eliminare un po’ del sapore amaro, è consigliabile lasciare i frutti in ammollo o farli bollire in acqua salata prima di procedere con qualsiasi tipo di cottura.