E’ diventato “Razionalizzazione rete Alta Tensione nella Val Formazza e Interconnector Italia-Svizzera” il maxi elettrodotto che dal Passo San Giacomo in Val Formazza arriverà a Milano Baggio. Rimane a Settimo Milanese una grande stazione di trasformazione da corrente continua ad alternata nel Parco Agricolo Sud Milano.
Sul sito del Ministero dell’Ambiente si possono visionare i 76 nuovi progetti elaborati che TERNA dice di aver voluto integrare di propria iniziativa (http://www.va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Info/855).
Si potrebbe pensare che il superelettrodotto sia un nuovo progetto ottimizzato, tale per cui siano state accolte e risolte tutte le osservazioni evidenziate dai territori, non tanto sulla sua utilità, quanto per la parte costruttiva. Ma non è così!
Se si legge attentamente il nuovo progetto (e lo stiamo facendo) e si confronta ciò che è stato chiesto dai territori e quanto è stato recepito, ci si rende conto che del vecchio progetto molto poco è stato modificato e sempre relativamente a situazioni che, nella precedente versione proposta, era chiaro a tutti, non si sarebbero potute realizzare. Altro che “ascoltato i territori”.
Ci sarebbe anche da interrogarsi sul perché Terna Spa, il colosso del trasporto dell’energia elettrica, insiste nel chiedere di poter realizzare l’opera elettrica almeno dal 2012, se non da molto prima. Infatti, negli anni ’90 del secolo scorso, un progetto molto simile, che si chiamava “Passo San Giacomo – Turbigo 380 kV”, fu presentato da Enel, quando la società Terna ancora non esisteva. Il primo interrogativo che vorremmo fosse risolto è capire come sia possibile che un progetto, già cassato dalla Regione Piemonte nel 1992, e abbandonato, possa continuamente essere riproposto per tutto questo tempo (circa 30 anni) senza essere mai approvato nelle sedi competenti.
Dovremmo anche chiederci come mai TERNA ripropone questo progetto quando la POSIZIONE DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME SULLA PROPOSTA DISTRATEGIA ENERGETICA NAZIONALE 2017 e in particolare sulle Interconnessioni dichiara:
“Posto che a livello europeo, il ridimensionamento della potenza alimentata a carbone e la riduzione del ruolo del nucleare incideranno sul volume e sull’assetto degli scambi di energia, andrà ben ponderato il potenziamento delle interconnessioni con l’estero.”
Domandiamoci perché si insiste a voler importare dalla Svizzera corrente elettrica che gli svizzeri non ci daranno mai più, tanto meno a prezzo ribassato, poiché le loro centrali nucleari sono già in via di dismissione.
Dovremmo chiederci perché TERNA insiste a riproporre questo progetto, mentre le Regioni chiedono di esplicitare nel dettaglio le interconnessioni che si intende potenziare.
Dovremmo chiederci perché TERNA insiste quando le Regioni chiedono che venga rafforzata la distribuzione sui centri di produzione/consumo al fine di renderli più autonomi e “decongestionare” così la Rete Trasporto Nazionale che quindi risulterebbe meno bisognosa di risorse e infrastrutture nuove per il vettoriamento e la risoluzione dei sovraccarichi interni e intrazonali.
Ma forse dovremmo non chiedere a TERNA ma alla “politica” la risposta visto che anche TERNA in una sua controdeduzione dichiara:
“Da ultimo si richiama l’attenzione sul possibile contrasto con le esigenze di collegamento manifestate da Swissgrid ( Ente Elvetico Energia). Al riguardo si chiarisce che, coerentemente con quanto riportato nel sito istituzionale di Swissgrid in tema di Interconnessioni con l’Italia, la stessa rimanda a decisioni politiche: Swissgrid congiuntamente con Terna ha comunque candidato i due progetti 400 kV”
E la risposta alla politica la chiederemo.
Per quanto riguarda la stazione di Settimo Milanese è interessante il modo con cui TERNA prende in considerazione l’alternativa attuale . Questa era già stata abbozzata nel 2016, ma di fatto modificava di poco il consumo di suolo agricolo. Tuttavia continua ad essere definita più onerosa dal punto di vista economico anche se si colloca in un contesto più marginale. Si tratta sempre comunque di una “zona di tutela e valorizzazione paesistica” e pertanto “ si ritiene preferibile nel complesso la soluzione di progetto (la vecchia) .
TERNA dichiara che “ ad ogni modo la proposta per azioni compensative sul territorio è condizionata dalla scelta localizzativa della stazione di conversione”. Quindi attenti perché pochi sono i soldi che investiamo sul vostro territorio
TERNA sostiene che la nuova proposta dovrebbe ridurre il consumo di suolo da 115mila mq a 90mila. Sarà vero???
Continuiamo a rimanere vigili e pronti a rispondere, come sempre!
Il Comitato Cittadini NOECOMOSTRO
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