Bruxelles riconosce i danni per le importazioni agevolate da Cambogia e Birmania, attendiamo il voto con fiducia.
Roma, 6 nov – Le conclusioni dell’indagine della Commissione Ue rappresentano un risultato molto importante per la risicoltura italiana, riconoscendo finalmente gli enormi danni economici causati al settore dalle importazioni agevolate da Cambogia e Birmania. Ora, però, è necessario che l’orientamento della Commissione Ue sul ripristino dei dazi ai due Paesi asiatici venga suffragato dai fatti, trovando conferma nel voto dei 28 Stati membri. Lo afferma Cia-Agricoltori Italiani, che si è battuta sempre per l’applicazione della clausola di salvaguardia.
Finora il flusso enorme di riso a dazio zero, prima di tutto dalla Cambogia, entrando in Europa a prezzi troppo bassi, ha portato a una sorta di concorrenza sleale che ha strozzato i nostri agricoltori -spiega Cia-. L’Italia resta il primo Paese produttore di riso comunitario, con circa 230.000 ettari seminati e una produzione stabilmente superiore al milione e mezzo di tonnellate. Ma l’aumento ininterrotto dal 2009 dell’import “selvaggio” di riso dai Paesi asiatici, con costi di produzione e standard di sicurezza non paragonabili a quelli Ue, ha creato grosse difficoltà al comparto. Con cali delle superfici coltivate e conseguenze non solo a livello reddituale e occupazionale, ma anche ambientale, vista la costante opera di difesa idrogeologica che i risicoltori portano avanti.
Adesso, quindi, bisogna lavorare per costituire una maggioranza favorevole in vista del voto dei Ventotto -conclude Cia- e riportare così condizioni di maggiore equilibrio nel mercato risicolo.