Lettera del presidente Scanavino a Tajani ed europarlamentari: evitare che il nuovo Parlamento debba ripartire da zero
Bruxelles, 17 dic – Un messaggio chiaro al Parlamento Ue perché si impegni a sfruttare al meglio questi ultimi mesi di legislatura per portare avanti la discussione sulla nuova Pac, migliorando le proposte e correggendo le criticità, evitando così al nuovo governo comunitario che uscirà dalle elezioni di maggio di dover ricominciare da capo. Questo, in sintesi, il messaggio contenuto nella lettera che il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, ha inviato al presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e a tutti gli europarlamentari italiani.
“A nostro avviso l’impianto normativo, seppur migliorabile in più punti, può essere considerato positivo nel suo insieme -scrive Scanavino-. Le proposte, infatti, riconoscono l’importanza e la multifunzionalità dell’agricoltura, tentano di coniugare la competitività economica con la sostenibilità ambientale, introducendo margini di flessibilità, e assegnano un ruolo decisivo all’innovazione. L’attuale Politica agricola comune (2014-2020) evidenzia forti criticità, per la sua rigidità e la complessità amministrativa. Eventuali proroghe eccessive comporterebbero difficoltà, a partire da quelle riconducibili all’utilizzo dei fondi Fears, accrescendo al tempo stesso la distanza tra tipologia di interventi e fabbisogni effettivi di agricoltori e cittadini in un contesto in continua evoluzione”.
Secondo il presidente Cia, “far ripartire dall’inizio la discussione e il dibattito sulla riforma potrebbe favorire la diffusione di atteggiamenti e sentimenti contrari a tale politica, con il rischio che si sottovaluti il ruolo dell’agricoltura e l’importanza della Pac, quale elemento di coesione dell’Ue”.
Per questi motivi, conclude la lettera, “chiediamo ai rappresentanti del Parlamento europeo un forte impegno per migliorare le proposte legislative, ma anche di operare con la massima tempestività per giungere in questa legislazione ad atti concreti, che possano almeno rappresentare una solida base per il lavoro del prossimo Parlamento e della prossima Commissione, senza dover ripartire da zero”.