Troppi danni, va introdotto il concetto di “carichi sostenibili”
Roma, 3 gen – Il nuovo incidente mortale causato dal passaggio di un branco di cinghiali, in autostrada A1 tra Lodi e Casalpusterlengo, dimostra quanto sia diventato urgente intervenire sul problema degli animali selvatici. Così Cia-Agricoltori Italiani, che sottolinea come la situazione in Italia sia ormai fuori controllo.
Il proliferare dei cinghiali non solo crea danni milionari all’agricoltura, ma minaccia sempre più spesso la sicurezza dei cittadini -spiega Cia-. Le misure tampone adottate in questi ultimi anni hanno registrato un sostanziale flop, con un saldo negativo che grava prima di tutto sulle imprese. Per questo non è più rinviabile un nuovo piano operativo, modificando la legge quadro datata 1992 che regola la materia.
La questione animali selvatici, ricorda Cia, è stata anche al centro della nostra ultima Assemblea nazionale. Dove abbiamo chiesto alle Istituzioni di agire: ripensando la normativa vigente, riformando gli ambiti territoriali venatori e superando il regime del de minimis nel rimborso dei danni agli agricoltori che, di fatto, paralizza il sistema.
Soprattutto, osserva Cia, oggi occorre introdurre il concetto di “corretta gestione” accanto a quello di protezione, parlando di “carichi sostenibili” di specie animali nei diversi territori e ambienti, tenendo conto degli aspetti naturali, ma anche produttivi e turistici.
DANNI ANIMALI SELVATICI – Solo per citare alcuni esempi, la media annua delle domande di indennizzi per i danni da fauna selvatica supera i 2 milioni di euro in Toscana ed Emilia-Romagna e arriva a oltre 1 milione nelle Marche e in Umbria. E ancora, ogni anno, solo nelle regioni dell’arco appenninico, dalla Calabria alla Liguria, gli animali selvatici uccidono dalle 2.000 alle 2.500 pecore.