Le tariffe del Consorzio sono state aumentate dal consiglio di amministrazione senza che coltivatori e allevatori fossero stati avvisati.
E’ arrivata in silenzio, con l’approvazione del bilancio, una bella stangata. Il Consorzio Est Ticino Villoresi ha aumentato anche per il 2019 le tariffe per la campagna irrigua, campagna che si presenta pessima senza neve in montagna e calda, questa volta del 5,5%, In tre anni l’aumento è stato di ben l’11.39 %,
Non un annuncio al mondo agricolo, non una spiegazione, ma una decisione presa ufficialmente nel documento di programmazione finanziaria dell’ente.
“Non ci aspettavamo questo notevole incremento, al di là di ogni aspettativa, – ha spiegato il vice presidente di Cia Agricoltori Italiani Provincia Centro Lombardia Sandro Passerini – e senza alcuna motivazione o annuncio. Un modo di agire da azienda privata, più che da consorzio del mondo agricolo. Si tratta di una vera e propria stangata perché in questo momento di crisi delle aziende agricole dovuto ai prezzi bassi dei prodotti agroalimentari, magari bastava solo l’aumento dell’inflazione. Anche perché dopo il funesto passaggio nel 1996, della pulizia dei canali in carico agli utenti, il servizio irriguo negli anni è rimasto pressoché invariato, ma le tariffe sono sempre cresciute, e alcune volte senza motivazioni concrete.
Secondo l’Istat l’inflazione l’anno scorso si è fermata all’1,2%, componenti volatili come l’energia e gli alimentari freschi si sono fermati allo 0,7%.
Dobbiamo tenere conto anche che in questo ultimo decennio, le entrate economiche dovute al comprensorio, alle utenze extra agricole, compresa l’acqua per il sito di Expo ma soprattutto alle concessioni, le entrate sono aumentate di circa 5 volte, ma non vediamo molti investimenti per la sistemazione della rete irrigua.
Anche se Cia non è rappresentata nel cda., esigiamo trasparenza e un diverso modo di rapportarsi con le imprese agricole, non è indifferente nei nostri bilanci il costo del Villoresi, vorremmo capire il silenzio dei consiglieri espressione di Coldiretti e Confagricoltura. Non vorremmo pensare male sui soldi e magari trovarci il pagatissimo e criticato direttore generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo a capo dell’Anbi, l’Associazione Nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue, vedendo confermate così le voci che circolano”.