Quasi 215 mila imprese femminili in agricoltura, il 36% degli agriturismi è “rosa”
Roma, 7 mar – La mimosa è la pianta simbolo della Festa della donna, tanto che l’8 marzo, da solo, vale l’85% degli acquisti di stagione. Quest’anno, complice l’andamento climatico favorevole che ne ha favorito la fioritura e prezzi stabili rispetto al 2018, si stima un aumento delle vendite del 7% in Italia, con quasi 13 milioni di “mazzetti” di mimose pronte a essere acquistate domani e regalate a compagne, amiche, colleghe. Così Cia-Agricoltori Italiani, che ricorda quanto il mercato florovivaistico nazionale sia tuttora legato al valore delle ricorrenze.
Più in dettaglio, i costi dei “mazzetti” di mimosa, che vanno in base al peso, partono da un euro fino ad arrivare a 10 euro, mentre le piante, il cui prezzo va in base alla grandezza del vaso, variano dai 6, 7 euro fino ai 60 euro. In particolare nella Riviera dei Fiori e in provincia di Savona, che è il polo principale per la mimosa in Italia e in Europa -sottolinea Cia Liguria- le previsioni sono di circa 15 milioni di euro di giro d’affari (90% provincia di Imperia, 10% provincia di Savona).
In più, le vendite di mimosa hanno sempre un effetto trainante per la commercializzazione di altre specie di fiori recisi primaverili, come anemoni, ranuncoli, margherite. Un trend che Donne in Campo-Cia, sostiene e rilancia ogni anno, in occasione dell’8 marzo, con la campagna “Piantiamola!”. Un invito a tutti i cittadini a recarsi nei tanti vivai italiani per comprare un seme, una pianta aromatica, un alberello da frutta. Per fare un gesto green, ma anche per dire basta alle discriminazioni di genere.
Disparità che, almeno in agricoltura, appaiono superate. Tra vignaiole, allevatrici, imprenditrici ortofrutticole, le aziende femminili in agricoltura sono quasi il 30% del totale, pari a 214.857 imprese (fonte Unioncamere). Non solo, le donne sono a capo di più di un agriturismo su tre in Italia (il 36,2%) con 8.500 strutture turistiche in campagna -conclude Cia- mentre le lavoratrici rappresentano quasi il 40% della forza lavoro complessiva del comparto.