Lo scorso 14 maggio, l’Istat ha pubblicato i dati annuali relativi all’andamento dell’economia agricola italiana per l’anno 2018. In questo breve resoconto sono stati elaborati i dati concernenti i paesi membri dell’UE al fine di fare un confronto tra l’Italia e le principali economie agricole europee.
Per quanto riguarda la produzione agricola, la cui variazione annuale è riportata nel grafico di seguito, questi sono i punti rilevanti che sono emersi dall’analisi dei dati:
- La produzione italiana è cresciuta di 1.5 punti percentuali ed è stato il secondo paese in termini di crescita tra quelli europei;
- La Spagna che è la terza economia agricola all’interno dell’UE ha registrato un tasso di crescita del 6.6%;
- Infine, la Romania ha prodotto nel 2018 l’11.3% in più di beni agricoli rispetto al 2018. Certamente questo dato è conseguenza del cosiddetto effetto “catching up” che si manifesta nel caso di economie nel quale il margine di recupero nei confronti delle altre che si trovano in una fase di sviluppo economico più avanzate è più ampio; il PIL pro-capite della Romania è stato, infatti, pari a 10.813.72 USD nel 2017 contro i 31.952.98 USD italiani. Ed ha, inoltre, avuto un tasso di crescita del
PIL pari a 6.9 punti percentuali nel 2017, confermando come l’economia rumena si trovi in una fase di piena espansione;
- Da segnalare anche il fenomeno tedesco; la loro produzione agricola si è, infatti, ridotta del 3.1% su base tendenziale.
Per ciò che attiene l’andamento della produttività del lavoro in agricoltura (misurata dall’indicatore A di reddito agricolo1) e il valore aggiunto, rappresentati nei grafici di seguito, questi sono i risultati emersi:
- La produttività del lavoro italiana è cresciuta del 3.6% portando l’economia agricola nazionale ad essere quella con il più alto valore aggiunto all’interno dei paesi UE (32.2 milioni di euro), riuscendo a superare seppur di poco la Francia;
- Definito da Eurostat come il valore aggiunto al costo di fattori in termini reali dell’agricoltura per unità di lavoro. Il deflatore utilizzato è quello del Pil.
- La Germania, continuando a riflettere la performance negativa nella produzione agricola ha visto decrescere la propria produttività del lavoro di ben 23.2 punti percentuali;
- L’andamento negativo della produttività agricola UE è stato trainato (oltre alla Germania sopracitata) dai seguenti paesi membri: Paesi Bassi (-11.3%), UK (-8.9%), Polonia (-13%) e Grecia (-4.7%).
Infine, se si analizza l’andamento annuale dell’indice di volume della produzione agricola per coltivazioni e zootecnia si hanno le seguenti evidenze:
- Coltivazioni (+2.8%): l’olio d’oliva è il compartimento che ha subito le perdite più massicce pari al 36.9% a fronte di una media europea del -18%. Al contrario il vino ha guadagnato ben 15.4 punti percentuali in termini di volume di produzione rispetto al 2018; ad avere una variazione positiva sono state anche le piante foraggere e industriali (rispettivamente 7.5 e 6.6 percento);
- Zootecnia (-0.5%): a spingere al ribasso il comparto zootecnico sono state le carni animali che hanno perso l’1.9 percento del loro volume di produzione. Al contrario i prodotti zootecnici hanno guadagnato quasi 2 punti percentuali rispetto allo scorso anno.