Milano, 2 feb. – Cia Agricoltori Lombardia ribadisce con forza la posizione di Cia Agricoltori Italiani, che ritiene la proposta di deroga alla regola della Politica Agricola Comune (Pac) 2023-2027 della Commissione Europea, che richiede di lasciare incolto il 4% dei terreni agricoli (BCAA 8) per poter accedere agli aiuti comunitari, insufficiente, debole e difficile da applicare.
L’obiettivo della proposta è quella di fornire una risposta politica alle attuali preoccupazioni e difficoltà degli agricoltori, tuttavia, pur delineando ulteriori azioni incentrate sulle buone pratiche ambientali al fine di promuovere la sostenibilità nel settore agroalimentare, non incontra i favori di Cia e degli agricoltori.
Cia Agricoltori Italiani rimarca infatti la necessità di un intervento autorevole e deciso a sostegno dell’agricoltura, con la richiesta di eliminare, senza condizioni, l’obbligo del 4% di terreni incolti e di accompagnare tale decisione con efficaci ed efficienti azioni di semplificazione, al fine di garantire la sicurezza alimentare e rispettare gli impegni delle politiche comunitarie.
Si tratta, inoltre, di una deroga limitata al 2024, condizionata ad ulteriori impegni ambientali, consentita solo a coloro che coltivano colture azotofissatrici (come ad esempio lenticchie, piselli o fave) e/o colture intercalari sul 7% dei propri seminativi, con il divieto di utilizzare prodotti fitosanitari.
Tale proposta di deroga dovrà ora essere esaminata e votata dagli Stati membri nei prossimi giorni. Molti Paesi, però, hanno già manifestato forti perplessità.
Infine, ieri, al margine del Consiglio straordinario europeo, la Presidente della Commissione europea, ha annunciato che sarà presentato un ulteriore pacchetto di misure per ridurre gli oneri amministrativi che pesano sugli agricoltori. Il pacchetto potrebbe essere presentato ai Ministri dell’agricoltura il prossimo 26 febbraio.
Il Presidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, ricorda che gli agricoltori devono poter continuare a garantire la sicurezza alimentare e le politiche comunitarie devono supportare le attività, non ostacolarle.
Cia pertanto continuerà a presidiare la situazione a Bruxelles, come già nei mesi scorsi, affinché l’Europa rimetta davvero al centro il settore primario.
Sono già state vinte alcune battaglie importanti in Parlamento, come il rigetto della proposta di regolamento Ue sui fitofarmaci e l’esclusione degli allevamenti bovini dalla direttiva sulle emissioni.
Adesso non c’è più tempo da perdere: bisogna lavorare uniti come agricoltori europei e mettere in campo nuove politiche degne di sostenere un settore strategico come è l’agricoltura.