Se è discusso all’Assemblea dei giovani di Cia a EIMA 2018 a Bologna. Erano presenti anche numerosi studenti medi di agraria di tutta Italia, tra questi una delegazione dell’Istituto Tecnico Statale Mapelli di Monza.
Bologna, 7 nov – Per fare impresa agricola c’è bisogno di un sistema integrato che parta dalla scuola e arrivi sui campi, passando per ricerca e innovazione. Questo il messaggio lanciato dall’Assemblea nazionale di Agia, l’Associazione giovani imprenditori agricoli di Cia, in occasione di EIMA 2018, l’appuntamento bolognese con l’Esposizione Internazionale di Macchine per l’agricoltura.
Negli ultimi 4 anni le aziende gestite da giovani agricoltori sono aumentate del 12% superando oltre le 50 mila unità a metà 2018. L’Italia, da un’analisi dell’Ufficio Studi Cia, è sotto la media europea (5,1% contro 6,5%) eppure la nuova generazione fattura più di quanto si riesca a fare a livello di Ue (73 mila euro rispetto ai 45 mila). Un potenziale importante dal punto di vista economico e ancora di più un incubatore reale di conoscenza e creatività, in grado di accelerare lo sviluppo del settore agricolo in chiave sostenibile e resiliente.
Secondo Agia-Cia, però, il processo in atto può contare oggi su due asset strategici che stanno già dando segnali positivi in ambito agricolo, grazie alla condivisione di know-how e saper fare tra mondo delle imprese e istruzione. L’alternanza scuola-lavoro, che con la nuova legge di Bilancio si tramuterà in “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”, è uno di questi. Pur con inevitabili adeguamenti, rappresenta per Agia-Cia lo strumento ideale, europeo, che meglio avvicina gli istituti tecnici, nel caso specifico agrari, ad esperienze dirette in azienda. Sono oltre 130 mila le imprese che nell’anno scolastico 2016-2017 hanno aderito a progetti di alternanza (i 2/3 del totale che comprende anche gli Enti Pubblici). Tremila maturandi, nell’ultimo triennio delle superiori (anno scolastico 2017-2018), hanno svolto almeno il 75% delle ore di alternanza previste, negli istituti tecnici circa 8 studenti su 10.
In questo senso, Agia-Cia da anni porta avanti progetti di collaborazione con la Rete degli Istituti Agrari Senza Frontiere, agevolando l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro agricolo, il superamento del gap domanda-offerta, contribuendo soprattutto alla promozione di una rete di interscambio che sia occasione di formazione qualificata e networking.
Asset altrettanto cruciale l’attitudine dei giovani alla sperimentazione, sulla quale puntare per superare lo stallo negli investimenti in innovazione che in agricoltura, in Italia, sono ancora fermi ad appena lo 0,02% del PIL. Nelle aziende di Agia-Cia, infatti, brand specializzati interagiscono già con giovani realtà agricole per testare, da Nord a Sud d’Italia, nuove tecnologie e macchinari: dalla “scatola nera” per i trattori ai sensori in campo per il monitoraggio dei terreni in base ai cambiamenti climatici.
“La sfida che lanciamo ora, come obiettivo 2020 , ha commentato in Assemblea il presidente nazionale Agia-Cia, Stefano Francia, è portare innovazione nelle aree interne. Per questo come Agia-Cia apriamo le porte delle nostre aziende alla ricerca, in particolar modo in quelle aree più disagiate e isolate, ma anche estremamente sensibili e ambiziose”.
“Territorio, infrastrutture, innovazione -ha aggiunto il presidente nazionale, Dino Scanavino– saranno anche i temi al centro della grande Assemblea di Cia nazionale che si terrà il 29 novembre a Roma. Sono le nostre priorità, quelle degli Agricoltori Italiani, per sollecitare e condividere con le istituzioni il disegno del Paese che vogliamo, ancor più dopo i gravi episodi di devastazione che stanno ferendo in queste settimane l’Italia”.
Nell’ambito dell’Assemblea sono stati eletti vicepresidente Rosita Mastrota e Luca Trivellato, che vanno ad aggiungersi a Rudy Marranchelli.