Il presidente Dino Scanavino ha portato il problema al presidente del consiglio Giuseppe Conte. In Emilia-Romagna e Veneto è già emergenza, idanni vanno dal 25 al 100% della produzione di frutta
Roma, 1 ago – Non è solo un problema locale e circoscritto. La cimice asiatica si sta trasformando nel nuovo flagello dell’agricoltura del Nord Italia: i danni nelle campagne sono enormi e il rischio è di azzerare il settore ortofrutticolo in Emilia-Romagna e Veneto, mentre il parassita si diffonde a macchia d’olio anche nelle regioni vicine, come Lombardia, Trentino e Friuli-Venezia Giulia. Cia-Agricoltori Italiani lancia l’allarme sul fenomeno, sottolineando l’aumento dilagante nel 2019 degli attacchi di questo insetto, con gli agricoltori esasperati di fronte alla distruzione di pereti, meleti, piantagioni di kiwi, pesche e nettarine, così come dalla mancanza di strumenti adeguati a combatterlo.
Il presidente nazionale Dino Scanavino ha portato la questione anche al tavolo con il premier Giuseppe Conte e le parti sociali: “I cambiamenti climatici -ha spiegato- stanno portando parassiti, patogeni e insetti alieni che trovano sul nostro territorio un ambiente idoneo per proliferare. Una presenza pericolosa per l’agricoltura, a cui bisogna rispondere dando più spazio e risorse alla ricerca e con interventi rapidi di sostegno ai produttori”.
D’altra parte, già ora la situazione è drammatica, si stimano danni da milioni di euro per colpa della cimice asiatica. In Emilia-Romagna, in particolare, le perdite sul pero sono enormi arrivando anche al 100% dei frutti in alcune aziende, soprattutto del Ferrarese. Danni accertati del 25-30% anche su pesco, susino, albicocco, ciliegio, mandorlo. Peggio ancora le colture di pomacee (melo, pero e nespolo) biologiche non protette da reti: il danno valutato ad oggi è tra il 40% e l’80%. Anche la soia subisce la numerosa presenza della cimice asiatica, in aumento anche in Veneto, dove le situazioni più gravi si registrano nel Polesine e nel Padovano. Nella provincia di Rovigo soprattutto, i frutticoltori prevedono una perdita dal 40% al 100% del raccolto, mentre la cimice ha cominciato ad attaccare nelle aziende padovane anche zucchine, melanzane, insalata, pomodori e peperoni.
Per questo, occorre intervenire prontamente. Secondo Cia-Agricoltori Italiani, serve un provvedimento del Governo, di concerto con le Regioni coinvolte, per stanziare risorse adeguate a indennizzare le aziende danneggiate, ad esempio attraverso un intervento straordinario del Mipaaft, come è stato fatto per la Xylella in Puglia.
Contemporaneamente, è indispensabile continuare a finanziare la ricerca scientifica, per trovare soluzioni che non siano solamente emergenziali. In questo senso, va iniziata in tempi brevi la sperimentazione in campo con l’antagonista naturale della cimice asiatica, la cosiddetta “vespa samurai”, che finora è risultato lo strumento di contrasto più efficace.