In Italia, nel 2019, la disponibilità d’acqua è stata indispensabile per generare il 17,3% del Pil, vale a dire 288 miliardi di euro. Annualmente nel Paese cadono circa 300 miliardi di metri cubi di pioggia, di cui però si riesce a trattenere al suolo solo 45. Quasi 50 anni fa, nel 1971, la Conferenza Nazionale sulle Acque indicò in almeno 17 miliardi di metri cubi la capacità d’invaso necessaria a rispondere alle esigenze di crescita nazionale nel 1980. Quarant’anni dopo, la potenzialità di raccolta delle 534 dighe italiane è ferma a 11,9 miliardi. Risulta evidente l’importanza, soprattutto nella prospettiva di un rilancio dell’Italia collegato al Green Deal, di aumentare sensibilmente la capacità d’invaso per sopperire alle accresciute esigenze idriche. Sono i dati più importanti emersi dall’Assemblea Anbi 2020, tenutasi ieri in modalità webinar.
A evidenziarli Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione nazionale dei Consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue, che ha spiegato come risulti fondamentale rendere disponibile più risorsa idrica attraverso la realizzazione anche di piccoli invasi e l’incremento della superficie servita da impianti irrigui”.
Un’evidenza condivisa e ribadita anche da Giovanni Daghetta, componente della Giunta nazionale di Cia-Agricoltori Italiani e presidente di Cia Lombardia, intervenuto all’Assemblea a nome dell’organizzazione.
“Le grandi produzioni agricole italiane sono strategiche, come ha dimostrato anche l’emergenza Coronavirus -ha sottolineato Daghetta- e per continuare a garantire il necessario approvvigionamento di cibo sano e di qualità al Paese c’è bisogno del ruolo imprescindibile della risorsa idrica”.
“L’Anbi oggi ha riaffermato ancora una volta il valore dell’acqua, anche rispetto al tema dei cambiamenti climatici -ha aggiunto il rappresentante di Cia-. In questo senso, un’efficiente progettualità esecutiva dei Consorzi di bonifica sarà decisiva per assicurare l’apporto idrico, ancor più in questo periodo di grandi difficoltà economiche. Sarà, quindi, fondamentale dare il via in fretta ai cantieri proposti da Anbi per ridurre al minimo gli sprechi, incrementare le disponibilità idriche e modernizzare le reti. In particolare la messa in sicurezza delle aree più fragili e produttive del Paese deve essere un punto fermo, lavorando sulle infrastrutture e sulla velocizzazione di procedure e pratiche burocratiche per realizzarle”.