Giovane agricoltore che non ha mai avuto dubbi sulla scelta della vita di campagna per il proprio avvenire, Francesco Ghezzi ha imparato a guidare il trattore ancora prima di metter piede su un triciclo. Nel 2008 ha potuto prendere in mano la conduzione dell’Azienda Agricola Villa Licia, una floricoltura operante da una decina d’anni, che passo dopo passo è stata trasformata in un’impresa ad indirizzo orticolo, che ha raggiunto un’estenzione di 3,5 ettari. Ad incoronare la sua passione, recentemente è arrivata la nomina a presidente della sezione di Milano-Lodi-Monza/Brianza dell’Agia, Associazione Giovani Imprenditori Agricoli.
I prodotti dell’Azienda cercano di raggiungere le tavole prima che possono, la loro commercializzazione segue infatti il principio del km0, e si svolge preferibilmente presso mercati, direttamente in campo o via web. Ortaggi di ogni tipo sono coltivati nel rispetto del ciclo naturale delle stagioni e adottando la lotta integrata. Un’attenzione speciale è riservata nella scelta delle specie e delle varietà da produrre in azienda. Francesco Ghezzi cura con particolare dedizione l’ampiezza e la completezza della gamma offerta, senza dimenticare nulla che possa completare il bouquet di sapori da portare in tavola ed arricchire la dieta dei suoi clienti. Ma soprattutto non perde mai di vista l’importanza di nutrirsi con i sapori della tradizione, che sono anche i maggiormente adatti ad inserirsi nelle condizioni ambientali e culturali locali, recuperando varietà autoctone la cui memoria si era persa nel tempo.
L’Azienda Villa Licia porta così sui banchi del mercato il Peperone Lombardo di Brianza, un ortaggio della famiglia delle solanacee – tipicamente adatte ai climi caldi – che essendosi però evoluto per produrre bene sulle fresche colline ai piedi delle Prealpi, non necessita di crescere protetto nelle serre e matura precocemente.
Altro progetto che vede coinvolta quest’azienda è il recupero della Patata Bianca di Oreno, una varietà dalla storia lunga e travagliata, pressoché scomparsa con l’introduzione di tuberi commerciali più produttivi, ma, inutile dirlo, privi della medesima personalità.