Iniziato il dibattito a Bruxelles per la gestione finanziaria 2021-2027. La dotazione complessiva potrebbe crescere, preoccupa però una riduzione sul capitolo agricolo: gli Stati membri dovrebbero responsabilmente intervenire per compensare la contrazione.
Roma, 2 maggio 2018 – Le prime cifre annunciate dalla Commissione europea, sul prossimo quadro finanziario pluriennale dell’Unione, evidenziano la volontà di un rilancio del progetto comunitario, nel momento in cui cresce la dotazione finanziaria complessiva e la sua incidenza sul prodotto interno lordo dell’Unione. Nuove importanti politiche vengono attivate, evidenziando un impegno dell’Europa sul fronte dell’immigrazione e della sicurezza.
Questa la prima analisi generale della Cia-Agricoltori Italiani in merito alle notizie che iniziano a giungere da Bruxelles sulle prossime dotazioni finanziarie, che traguarderanno l’anno 2027.
Tuttavia, evidenzia la Cia, sul fondamentale capitolo agricolo i tagli annunciati non sono accettabili per l’importanza strategica che occupa il settore dal punto di vista socio-economico e ambientale.
E’ necessario, prosegue la Cia, che il budget destinato alla Politica agricola comune (Pac) rimanga inalterato, per una prospettiva di mantenimento e di sviluppo dell’agricoltura europea e italiana. La Pac, spiega la Cia, ha, da sempre, garantito lo sviluppo di un’agricoltura di qualità, salvaguardando la salute dei cittadini europei, consentendo il mantenimento e lo sviluppo sociale ed economico delle aree rurali, contribuendo al mantenimento del paesaggio e dell’ambiente.
E’ fondamentale, secondo l’organizzazione degli agricoltori, che gli Stati membri diventino ancora più responsabili agiscano per lo sviluppo del progetto europeo, assicurando la possibilità di contribuire maggiormente al budget, così da scongiurare tagli che impatterebbero non solo sul settore agricolo ma in generale sui cittadini europei.
Il Dibattito è appena iniziato, conclude la Cia, ora la Commissione dovrà discutere con Parlamento e Consiglio per chiudere il negoziato entro i primi mesi del 2019, così da scongiurare eventuali incertezze già per il 2021.