Il presidente della Cia Dino Scanavino interviene alla giornata inaugurale del V Congresso nazionale di Cittadinanzattiva, dal titolo “Incluso Io”, a Fiuggi fino al 29 maggio: “Con Cittadinanzattiva condividiamo da sempre progetti e valori che camminano verso una strada comune: la riduzione degli sprechi in tutte le sue forme. Spreco di suolo, spreco di beni pubblici, spreco di risorse, spreco alimentare. Tutte questioni che vanno capovolte in un’ottica di riqualificazione e riequilibrio delle disuguaglianze sociali”.
“Per l’agricoltura mettere uno stop allo spreco di suolo è un obiettivo primario. Dal 2012 a oggi si sono persi 80 mila ettari di terra fertile, 2 milioni negli ultimi vent’anni, a causa della cementificazione, dell’incuria, del degrado. Allo stesso tempo cresce il numero di edifici, terreni, spazi abbandonati che, se recuperati, potrebbero creare valore aggiunto se non posti di lavoro. E’ chiaro, quindi, che ora bisogna muoversi tempestivamente lavorando in due direzioni: da un lato accelerare l’approvazione del ddl sul “contenimento del consumo di suolo”, che è in ballo da 4 anni; dall’altro promuovere (come fa Cittadinanzattiva) il coinvolgimento e l’impegno delle comunità per attivare un diffuso riuso di beni e aree inutilizzate tramite progetti semplici, economici e facilmente realizzabili, rendendole nuovamente fruibili a fini sia sociali che economici”.
Il Congresso si è aperto con la presentazione della III Festa nazionale per la lotta agli sprechi “SpreKO” e, in particolare, con l’incontro su “Disponibile!”, la campagna di Cittadinanzattiva per mettere in rete le buone pratiche già attive sul territorio nazionale per il riutilizzo di beni e aree abbandonate. Una campagna che ha il sostegno della Cia, partner del progetto, e che oggi approda on line con un proprio sito (www.disponibile.org).
“Ma lo spreco non è solo quello infrastrutturale, non bisogna dimenticare anche quello alimentare. Secondo uno studio della Fao, un terzo del cibo prodotto a livello globale, circa 1,3 miliardi di tonnellate l’anno per un valore di quasi un trilione di dollari, viene perso o sprecato. Una vergogna dal punto di vista etico, se si pensa che queste risorse potrebbero essere usate in prospettiva per far fronte ai bisogni degli 805 milioni di persone nel mondo che sono cronicamente sottoalimentate o malnutrite. C’è bisogno, insomma, di maggiore consapevolezza solidaristica da parte di tutti, nonché di continuare a lavorare sullo sviluppo e l’implementazione di programmi di prevenzione dei rifiuti e di sostegno a tutte le iniziative pubbliche e private per il riciclo e la donazione dei prodotti alimentari invenduti e contro lo spreco”.