Il presidente della Cia Dino Scanavino commenta i dati Istat: “A settembre gli acquisti di cibo e bevande sono cresciuti del 2,3% tendenziale. Numeri positivi che rendono ancora più urgente il passaggio del valore anche verso le imprese agricole che assicurano forniture costanti e di qualità e che, però, molto spesso non riescono neanche a coprire i costi di produzione e vedono ridursi i loro margini reddituali”.
Pur restando pressoché stabile nel mese di settembre, il valore delle vendite alimentari continua a crescere sia rispetto al secondo trimestre del 2015 sia rispetto al 2014. In particolare, in termini tendenziali si registra un “boom” del carrello della spesa Made in Italy che aumenta il suo valore del 2,3% rispetto al mese di settembre e di un punto e mezzo percentuale rispetto ai primi nove mesi. È quanto emerge in sintesi dall’analisi di Cia-Agricoltori Italiani sui dati Istat relativi al commercio al dettaglio.
La variazione positiva ha interessato le vendite alimentari della grande distribuzione con l’aumento degli acquisti all’interno di tutte le tipologie di esercizio commerciale: dagli ipermercati ai supermercati, fino ai discount dove l’incremento, rispetto allo scorso anno, è stato più marcato superando i 3,5 punti percentuali sia sul mese di settembre 2014 sia sui primi tre trimestri dello stesso anno.
“Numeri che rendono ancora più urgente il trasferimento degli incrementi di valore verso le imprese agricole che assicurano forniture costanti e di qualità alle fasi a valle della filiera agroalimentare (commenta il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino). Sono le stesse imprese che, sempre più spesso, non riescono a coprire i costi di produzione con le loro vendite e vedono ridursi i loro margini reddituali. Il divario in termini di prezzi e remunerazione che penalizza la fase a monte rispetto agli anelli terminali della catena del valore deve essere colmato al più presto. Soltanto riconoscendo all’agricoltura un ruolo centrale nelle dinamiche di filiera (conclude Scanavino) l’intero sistema agroalimentare potrà guadagnare in termini di crescita competitiva ed essere volano della ripresa economica del Paese”.