Anche in Italia rischio land grabbing, con la trasformazione della terra coltivabile in asset finanziario. Serve cabina di regia pubblica per dirigere investimenti stranieri in attività che portino sviluppo al sistema agricolo
Roma, 22 apr – Il fenomeno del land grabbing e gli sviluppi dell’agro-finanza possono mettere in pericolo il sistema agroalimentare italiano. A lanciare l’allarme è Cia-Agricoltori Italiani, che teme la trasformazione del suolo agricolo nazionale in asset trattato sui mercati finanziari, senza una cabina di regia pubblica che diriga gli investimenti stranieri in attività che portino sviluppo al sistema rurale del Paese. In occasione dell’Earth Day 2021, Cia mette, dunque, all’attenzione delle istituzioni nazionali il rischio di squilibri nelle interrelazioni fra economia reale ed economia finanziaria, con la costruzione di latifondi finanziari, soprattutto nei nostri terreni agricoli di pregio.
Le proprietà fondiarie del Paese rischiano, dunque, di diventare preda delle speculazioni di multinazionali e fondi di investimento, che acquistano grandi estensioni agricole come puro asset immobiliare. E’ forte per Cia il rischio di distorsioni con ricadute pesanti per tutto il settore agricolo, che già sconta la difficoltà di accesso alla terra da parte dei giovani imprenditori.
Il rischio di questi movimenti finanziari stranieri attorno alla terra è la creazione di latifondi basati su monocolture estensive che deprimono la biodiversità, senza investimenti produttivi da cui possa trarre vantaggio tutta la filiera agroalimentare. Il fenomeno land grabbing è nato oltreoceano, quando un cospicuo numero di operatori finanziari iniziò ad accaparrarsi proprietà terriere nei Paesi in via di sviluppo, a seguito della crisi del mercato azionario determinata dal crollo dei mutui subprime. Una vera e propria colonizzazione del sistema agricolo per operazioni speculative sul fattore terra.