Allo stand della Confederazione si rinnova la collaborazione con l’associazione di Don Ciotti, che va avanti dal 2001, alla vigilia del compleanno di Libera che il 25 marzo compie vent’anni di attività contro le mafie.
“Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo”, scriveva Ernest Hemingway. E quando attraverso la vigna si esprime voglia di riscatto, dignità e lotta alle mafie il suo valore per la società diventa inestimabile. Ne è convinta la Cia-Confederazione italiana agricoltori che, in occasione del Vinitaly a Verona, ha ospitato nel suo stand “Vino in libertà. Etica, legalità e storie di un successo possibile”. Un’iniziativa, in collaborazione con Libera, per degustare il prodotto del lavoro delle cooperative di Libera Terra che gestiscono beni confiscati nel sud Italia, ma anche e soprattutto per rinnovare l’impegno comune delle due organizzazioni nella lotta alle mafie e nella promozione della legalità attraverso il riutilizzo sociale di beni e terreni confiscati alla criminalità organizzata.
La degustazione, tra l’altro, è stata anche l’occasione per festeggiare il compleanno di Libera che il 25 marzo compie vent’anni e per onorare una collaborazione, quella tra Cia e Libera, che va avanti dal 2001, anno della fondazione della prima cooperativa di Libera Terra nel palermitano.
L’obiettivo comune di Cia e Libera è quello di ripartire dall’agricoltura per proporre un modello di sviluppo alternativo alla logica del sopruso e del ricatto. Dimostrare che ciò che la mafia ha sottratto alla collettività, con la violenza e l’intimidazione, può essere restituito alla società civile e può creare -attraverso il lavoro sui terreni agricoli “liberati”- nuove opportunità di sviluppo e di occupazione e un sistema produttivo basato sulla qualità. Insomma, dalle mani della criminalità a quelle della legalità. In questo modo, le terre confiscate tornano a produrre frutti e sapori per la collettività -osserva la Cia- con un doppio risultato: da un lato contribuire a combattere la malavita organizzata e dall’altro offrire nuove occasioni di lavoro, soprattutto ai giovani, in aree come il Mezzogiorno dove la disoccupazione tocca punte altissime.
Le ecomafie, d’altronde, si combattono con legalità e qualità. Come racconta il coordinatore nazionale di Libera, Enrico Fontana, la qualità delle produzioni delle cooperative di Libera Terra è cresciuta in maniera esponenziale, anno dopo anno, con una costante tensione all’eccellenza nella convinzione che questo sia il modo migliore per dare dignità alle attività di riuso sociale dei beni confiscati. E sono tanti i riconoscimenti, in ambito nazionale e internazionale, oggi ottenuti dalle cooperative di Libera Terra per i loro prodotti.