Positiva l’entrata in vigore della norma nazionale. Adesso arrivare quanto prima alla definizione di una regolamentazione comunitaria sulla commercializzazione del prodotto e dei suoi derivati.
Positiva l’entrata in vigore, a partire da domani, dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine del latte e dei prodotti lattiero-caseari in Italia come ad esempio il latte UHT, il burro, lo yogurt, la mozzarella, i formaggi e i latticini. Così la Cia-Agricoltori Italiani sul decreto “Indicazione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattiero-caseari, in attuazione del regolamento (UE) n.1169/2011” firmato dai ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo economico Carlo Calenda, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 19 gennaio.
Sicuramente si tratta di un primo passo importante sulla strada della trasparenza delle produzioni Made in Italy -spiega la Cia- ma non la panacea alle problematiche che interessano il comparto lattiero-caseario. Tanto più che il decreto italiano non ha un quadro normativo analogo in sede europea. Questa novità non deve “distrarre” dalla questione principale che è quella di dare certezze alla filiera, in termini di regole lungimiranti e condivise per commercializzazione e mercato, e comunque orientate verso un reddito equo per chi produce. Anche perché il quadro di riferimento del mercato deve essere quello globale e non chiuso nelle logiche dei confini nazionali.