Il Patronato segnala: cittadini disorientati e telefoni roventi. Difficile lavorare in queste condizioni. Penalizzate le altre prestazioni.
Roma, 13 gen – “Così è difficile svolgere attività di Patronato per i cittadini. Oltre ai sempre più onerosi adempimenti imposti dal Ministero e la crescente richiesta di prestazioni ci si mettono anche gli errori dell’Inps a rendere tutto complicatissimo”. Lo afferma il Direttore generale del Patronato Inac-Cia Laura Ravagnan che spiega: “L’ultima in ordine di tempo è il conteggio sbagliato sul rinnovo delle pensioni per il 2020 della fascia superiore ai 1500 euro”.
“Una ulteriore tegola sulla testa dei pensionati. Si è trattato di un mero errore di calcolo e gli assegni dei cittadini sono risultati di importi ridotti invece che incrementati. Da qui, i cittadini giustamente chiedono lumi, rivolgendosi a noi per capire cosa sia accaduto, con l’effetto che gli operatori per dare risposte su questo non riescono a portare avanti le istanze e le pratiche degli altri utenti, spiega Ravagnan. Gradiremmo una comunicazione più efficace da parte di Inps presso i cittadini, per spiegare l’errore commesso così da sollevare i Patronati da tale responsabilità. Anche se, va detto, l’Inps ha garantito di aver già provveduto a ricalcolare correttamente gli importi, riconoscendo ai pensionati quanto dovuto”.
“Da anni i finanziamenti per le attività dei Patronati sono bloccati se non ridotti. Crescono le attività da rendere ai cittadini e non possiamo investire sugli operatori. Riusciamo ancora ad offrire un servizio di qualità solo per l’alto senso di responsabilità che caratterizza il personale delle nostre strutture. Anche i volontari danno una mano -conclude il Patronato di Cia-. Però il tema della previdenza, del welfare e dei diritti dovrebbe essere una priorità assoluta nell’agenda del Governo, invece si procede con misure spot e a singhiozzo”.