Leggendo MiEsotica, il blog dei seMIgranti, avrete sicuramente trovato questo strano nome: ampalaya.
Che cos’è, perché suscita tanto interesse?
L’ampalaya (Momordica charantia L.) bitter gourd, o bitter melon, è uno degli ortaggi esotici la cui coltivazione è stata seguita dal progetto Nutrire la Città che Cambia.
Momordica charantia è una pianta rampicante della famiglia delle Cucurbitacee, cresce in aree tropicali e sub-tropicali e oggi è coltivata in centro e sud America (Brasile, Messico, Panama, Colombia, Cuba, Perù), in Africa, India, Cina, Malesia e in Nuova Zelanda. Occasionalmente usata come pianta rampicante ornamentale, è prodotta soprattutto per i suoi frutti e le sue foglie, che possono essere consumati come verdure.
I frutti dell’ampalaya contengono ferro (Fe), fosforo (P), calcio (Ca) e acido ascorbico (vitamina C), in valori relativamente più elevati se comparati con quelli delle altre Cucurbitacee. Gli estratti possiedono proprietà antiossidanti, antimicrobiche, antivirali, anti ulceranti, e, grazie a queste proprietà, sono da sempre utilizzati nelle medicine tradizionali cinesi, indiane, in quelle Ayurveda e omeopatica. I decotti di foglie e steli possono essere impiegati nel trattamento di dissenteria, reumatismi, mentre il succo estratto dall’intera pianta, viene invece impiegato per trattare ferite, infezioni, parassiti, morbillo, epatiti e febbre.
Ciò che la rende così interessante e così studiata, sono tanti gli articoli che ho sotto gli occhi mentre scrivo, è l’impiego di questa pianta nel trattamento del diabete. M. charantia, infatti, ha la capacità di abbassare i livelli di glicemia del sangue grazie alla presenza del polipeptide-P, un composto organico presente nei frutti e nei semi di questa pianta. Il polipeptide-P, oltre a promuove l’aumento della concentrazione di insulina nel sangue, ha effetti benefici nel trattamento di alcune delle patologie connesse al diabete quali nefropatie, neuropatie e cataratta.
Abbiamo davanti a noi una grande risorsa da poter sfruttare e coltivare anche a casa nostra. Le coltivazioni di ampalaya condotte dal progetto Nutrire la Città che Cambia hanno infatti portato a discreti risultati e la pianta sembra essersi adattata più che bene ai nostri climi. Unica pecca, la sua amarezza. Momordica charantia contiene infatti un composto, la charantina o momordicina, che conferisce alle foglie e ai frutti un sapore decisamente accentuato. Ma in un epoca ormai dove tutti sono diventati grandi chef, anche se solo nella propria cucina, sicuramente si troverà il modo di cucinarla, togliendo un po’ di questo sapore dai più non apprezzato!