L’accordo firmato con Italatte penalizza gravemente gli agricoltori. Apre alla riduzione dei prezzi e penalizza gli allevatori.
Latte: no a contratti di fornitura con prezzi anacronistici e a ribasso
L’audio dichiarazione del presidente di Cia Provincia Centro Lombardia Paolo Maccazzola
Ritorno al passato con aggravante e complicità di una parte del mondo agricolo, travestito da successo. La rottura dell’unità sul tavolo latte di quest’estate rischia di avere gravi conseguenze, il contratto siglato nei giorni scorsi da Italatte (gruppo Lactalis) con la sola Coldiretti metterà in serie difficoltà tutte le stalle.
Innanzitutto l’industria deciderà i quantitativi di latte da ritirare dalle stalle.
Il prezzo scende a trentacinque virgola cinque centesimi al litro, due in meno del contratto precedente.
Qualora gli allevatori dovessero produrre di più rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, soprattutto nelle stagioni fredde, ci sarà una riduzione di ben sei centesimi al litro.
Non è previsto alcun premio quando gli allevamenti produrranno di più, in particolare nei periodi caldi, su richiesta dei trasformatori.
Le aziende dei soci Coldiretti, infine, dovranno restituire la differenza di prezzo percepita da giugno ad oggi, non avendo aderito all’accordo di giugno del resto del comparto. Per loro ci sarà quindi un’ulteriore diminuzione del prezzo al litro da spalmare nel 2021, un’altra beffa alle spalle dei propri soci
Per comprendere le distanze tra le esigenze degli agricoltori e quelle dell’industria, è utile ricordare che da novembre a marzo c’è il picco produttivo nelle stalle, mentre da maggio a settembre c’è maggiore richiesta delle imprese di trasformazione casearia per l’aumento dei consumi di latticini e formaggi freschi. Le difficoltà di intesa sono dovute alla biologia, anche le vacche soffrono il gran caldo e producono meno latte, anche se negli ultimi anni i sistemi di allevamento si stanno adattando ai cambiamenti climatici e al benessere animale.
“E’ un capolavoro al contrario la nuova intesa siglata solo da una parte del mondo agricolo – dice il presidente di Cia Agricoltori Italiani Provincia Centro Lombardia Paolo Maccazzola – dà ancora più poteri alle industrie di trasformazione, di fatto reintroduce il sistema delle quote, e riduce il prezzo agli allevatori, avvicinandolo a quello basso del resto d’Europa. Coldiretti si autoelogia nel comunicati stampa, ma, come al solito, non distribuisce le bozze dei contratti che stanno arrivando ai produttori, forse si vergogna e spera non siano resi noti.
Il danno creato in Lombardia rischia di estendersi in poco tempo a tutta Italia, visto che qui si produce il quaranta per cento del latte nazionale”.