La Cia, protagonista con artigiani, industriali e mediatori di una settimana di mobilitazioni nelle principali aree risicole del Paese, saluta positivamente il documento Mipaaf-Mise inviato alla Commissione europea sull’impatto dell’import a dazio zero, in particolare dalla Cambogia.“Va nella giusta direzione l’iniziativa del governo che, con un documento formale inviato alla Commissione europea, ha chiesto l’applicazione di misure di salvaguardia nei confronti dell’import a dazio zero di riso cambogiano”. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, protagonista di una settimana di mobilitazioni, con il blocco delle Borse Merci delle principali province risicole del Paese, insieme a cooperative, artigiani, mediatori e industriali.
“Salutiamo positivamente la richiesta del Mipaaf, di concerto con il Mise, di applicare la clausola di salvaguardia per tutelare il riso di varietà “indica” dalle importazioni selvagge. I dati aggiornati sull’import di riso cambogiano verso l’Ue sono veramente impressionanti: nell’ultimo quinquennio si è passati infatti da 5 mila a 180 mila tonnellate. Una crescita esponenziale e sempre più insostenibile per i produttori europei e nazionali”.
L’Italia -ricorda la Cia- è il primo Paese europeo per la produzione di riso. La risicoltura si estende su circa 220 mila ettari, pari al 51 per cento delle risaie dell’intera Ue. La coltivazione del riso è concentrata, poi, in aree dove la forte specializzazione degli operatori ha favorito indotti economici rilevanti, nonché culture, identità, saperi, sapori, tradizioni, oltre che il modellamento di paesaggi e ecosistemi unici con effetti benefici diretti per la biodiversità e la difesa idrogeologica.
La Cia, nel ringraziare i propri associati ancora impegnati nelle mobilitazioni e apprezzando l’operato del governo nelle persone del ministro Martina e del viceministro Calenda, ribadisce il massimo impegno dell’organizzazione a sostegno di una coltura d’eccellenza del nostro Paese.