La Cia preoccupata per la decisione che coinvolge in primis Ue e Usa. Domani riunione a Bruxelles con gli agricoltori del Copa-Cogeca.
L’annuncio della Russia di vietare le importazioni agroalimentari dai Paesi che hanno appoggiato le sanzioni dopo la crisi in Ucraina potrebbe avere pesanti conseguenze per la produzione ‘made in Italy’. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, spiegando che il blocco, della durata di un anno, coinvolge Unione europea e Stati Uniti, oltre a Paesi come Canada e Australia e riguarda dall’elenco ufficiale carne, pesce, ortofrutta, prodotti lattiero-caseari.
Solo nel 2013 le esportazioni italiane in Russia sono cresciute dell’8,2 per cento, per un valore complessivo di 10,4 miliardi -osserva la Cia-. In particolare, l’agroalimentare, con un fatturato di oltre 1 miliardo di euro, rappresenta il 10,3 per cento dell’export totale verso Mosca.
Questo significa che lo stop deciso dalla Russia avrà ricadute economiche rilevanti sul nostro Paese -aggiunge la Cia- mettendo a rischio certo il giro d’affari sul mercato russo di ortofrutta (per 131 milioni); carni fresche e lavorate (per 78 milioni); latte e derivati (per 51 milioni). A oggi invece il blocco non interessa prodotti come vini e spumanti, in costante crescita in Russia, con 260 milioni di fatturato e percentuali in aumento rispettivamente del 12 per cento e del 49 per cento nell’ultimo anno.
In ogni caso, la Commissione europea si sta già attivando sulla questione, che sarà tra i temi dell’incontro della Dg Agri con il Copa-Cogeca, previsto per domani a Bruxelles e a cui parteciperà anche il vicepresidente nazionale della Cia, Antonio Dosi. Resta alta la preoccupazione soprattutto per l’ortofrutta fresca -evidenzia la Confederazione- che oltre a non ricevere le necessarie riposte per la gestione della crisi in corso, rischia di venire ulteriormente danneggiata dal blocco deciso dalla Russia.