La Confederazione mostra seri dubbi sulla fattibilità reale della proposta della Commissione europea.
Roma, 13 marzo – I nostri produttori di vino non hanno certo bisogno di ulteriori aggravi burocratici e di costi aggiuntivi che, alla fine, andrebbero a gravare anche sui consumatori finali. Tanto più che i dettagli sul modo in cui verrebbero realizzate le nuove etichette sono confusi e difficilmente applicabili alla realtà vitivinicola europea, fatta di migliaia di aziende diversificate e non di poche imprese agro-industriali. Così la Cia-Agricoltori Italiani in merito all’ipotesi proposta dalla Commissione Ue di riportare sulle bottiglie calorie e valori nutrizionali.
Ai “burocrati” di Bruxelles sfugge evidentemente che il vino è il prodotto che origina dalla fermentazione naturale dell’uva e non da un processo industriale su larga scala (continua la Cia). Non è pensabile realizzare specifiche etichette per ognuna delle tipologie di vino prodotte: solo in Italia si tratterebbe di mettere mano a oltre 500 denominazioni riconosciute.
In questo modo, non solo l’informazione rischia di trasformarsi in confusione -sottolinea la Cia- ma si genererebbero oneri aggiuntivi e complicazioni eccessive, che sono insostenibili per le piccole e medie imprese vitivinicole.