La politica agricola comune in vigore dal 2023 non può prescindere dal contesto economico e sociale segnato dal Covid-19 e dal “Green Deal”
Roma, 20 gen – L’architettura della nuova Pac non può prescindere dallo stravolgimento del contesto economico e sociale segnato dalla pandemia del Covid-19 e dal “Green Deal”, ma non deve essere l’unico strumento politico e finanziario a supporto del settore agricolo. E’ questo il messaggio che Cia-Agricoltori Italiani ha rivolto oggi in Senato alla Commissione agricoltura, nella discussione sulle nuove politiche agricole comunitarie.
Secondo Cia, la Pac che sarà in vigore dal gennaio 2023 dovrà supportare il complesso processo di cambiamento, ma sarà anche necessario definire un approccio sinergico coi fondi del Next Generation Ue per sostenere il reddito degli agricoltori, permettendogli di garantire l’approvvigionamento alimentare a prezzi accessibili. Per Cia è, inoltre, indispensabile che la nuova Pac non si trasformi in una politica finalizzata al raggiungimento di obiettivi puramente ambientali, a discapito della produzione agricola e dello sviluppo delle aree rurali. I produttori vogliono essere protagonisti attivi nella svolta che mira alla neutralità climatica e sono pronti a investire per rispondere agli obiettivi delle strategie Farm to Fork e Biodiversity, è tuttavia necessario evitare vincoli che ingabbino le aziende, affinché le nuove politiche green rappresentino una reale opportunità di sviluppo sostenibile non solo a livello ambientale, ma anche economico e sociale.
In merito al Piano strategico nazionale, Cia ritiene che questo nuovo strumento potrà accrescere l’efficacia e favorire la semplificazione della Pac stessa. Per questo motivo si auspica la veloce costituzione del tavolo di partenariato sociale presso il Mipaaf, che sarà indispensabile per animare le future scelte politiche con una logica di forte condivisione. Il piano strategico, se correttamente applicato, permetterà, infatti, di coniugare redditività e sostenibilità dell’agricoltura, consentendo risposte agili ed efficaci a fenomeni improvvisi che possono stravolgere tutto il sistema.
Più in dettaglio, secondo Cia, per il futuro della Pac il Parlamento europeo deve tenere conto di alcune questioni di rilievo. In merito agli eco-schemi, decisivi per il Green Deal, si propone di trasferire, potenziandoli, i pagamenti a sostegno dell’agricoltura biologica, come auspicato dalla Commissione con l’obiettivo del 25% dei terreni bio entro il 2030. Per quanto concerne il tema delle condizionalità, occorre introdurre flessibilità ed eventuali deroghe per tutte quelle aziende che non potranno essere assoggettate alle logiche stringenti del greening. Cia coglie anche l’urgenza di interventi settoriali (Ocm) destinati a nuovi settori, per lo sviluppo della competitività di alcune filiere strategiche e ritiene, infine, fondamentale lavorare per arrivare a un’equa distribuzione delle risorse, superando la logica anacronistica dei pagamenti storici.