Sale produzione (+10%) e valore (+5%), vitivinicoltura nel 50% circa delle Fattorie sociali
Verona, 16 aprile 2018 – E’ una delle novità più rilevanti nel panorama del vino Made in Italy, in costante crescita negli ultimi 10 anni: sono i vini solidali, una realtà che affianca alla vitivinicoltura un forte contenuto sociale e di welfare. Moltiplicate le etichette con un aumento dei volumi e del valore, quantificabile rispettivamente in un +10% e un +5%. Lo rileva Cia-Agricoltori Italiani che, al suo stand al Vinitaly, ha promosso un evento sul tema con il Forum Nazionale Agricoltura Sociale.
Piace, quindi, il vino che non solo è buono al palato, ma che racconta anche storie di solidarietà (osserva Cia). Sono oltre 1.500 le Fattorie sociali che operano sul territorio italiano e quasi la metà è dedita alla cura dei vigneti e alla produzione di vini.
Si tratta di aziende che svolgono un ruolo decisivo nel welfare rigenerativo, con progetti incentrati sul sostegno e il recupero di soggetti in difficoltà. Non solo disabili, ma anche immigrati, ex detenuti, donne vittime di violenza, anziani. Storie che sempre più spesso hanno un lieto fine, sintetizzabile nella realizzazione di una bottiglia di vino che verrà messa in vendita. Il mercato di riferimento dei vini solidali è ancora prevalentemente quello interno, però si registrano i primi successi nell’export grazie a cooperative che si sono consolidate nel tempo. Come il caso della cooperativa sociale Agricoltura Capodarco, in provincia di Roma, che oggi vende le proprie etichette anche all’estero.
Un altro elemento distintivo è la propensione delle Fattorie sociali a produrre con metodo biologico -segnala Cia-. Si calcola che circa il 25% delle aziende complessive, entro il 2020, abbandonerà il metodo convenzionale di produzione, virando su quello più naturale.
Questo contesto di riferimento dimostra che, quando ai tradizionali punti di forza del vino, si affiancano valori solidali e processi plurali, oltre al radicamento nei territori, le potenzialità del settore aumentano.
Del resto, la quota di cittadini che, accanto a fattori tangibili come la provenienza o il metodo di conservazione di un prodotto, sta molto attenta a elementi etici, ambientali o evocativi, è in forte espansione. In quest’ottica (conclude Cia) il segmento del vino solidale è una frontiera da difendere e valorizzare. Una scelta che ci carica di responsabilità, ma che rappresenta la strada obbligata se si vuole cogliere una delle opportunità più strategiche del comparto, anche dal punto di vista umano.