Roma, 26 marzo 2019– «Stiamo ragionando su come affrontare nel migliore dei modi la questione riguardante il trasporto di vino e olio, tutti gli attori coinvolti hanno le medesime esigenze: fornire un servizio di qualità ed è per questo che raccoglieremo le esperienze del settore vitivinicolo e olivicolo e cercheremo di capire quali step adottare». È l’annuncio del ministro per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio intervistato da Uomini e Trasporti nello speciale «Quando il trasporto è D.O.C» dedicato alla logistica del vino e dell’olio che uscirà in allegato al numero di aprile della rivista edita da Federservice e verrà distribuito gratuitamente durante il Vinitaly di Verona (7-10 aprile). Fa eco al ministro, Dino Scanavino, presidente della CIA-Agricoltori Italiani che, dalle pagine dello speciale, lancia un appello: «Occorre incorporare la logistica nei progetti di filiera del vino e dell’olio per superare le criticità del trasporto e dello stoccaggio».
Lo stress da viaggio
Ogni anno più o meno la metà del vino prodotto in Italia (21,4 milioni di ettolitri su 42,4 nel 2017) viaggia in tutto il mondo e anche quello destinato al mercato interno, uscito dalla cantina, affronta diversi step logistici (trasporto, magazzino, distribuzione, ultimo miglio) prima di arrivare sulle tavole dei consumatori. L’Italia è il secondo produttore di olio extravergine di oliva e soddisfa il 15% del fabbisogno mondiale. Quindi vino e olio sono due prodotti importantissimi per il brand Italia, forti soprattutto in export, ma molto sensibili allo stress da viaggio. Alte temperature, sbalzi termici, esposizione alla luce e vibrazioni mettono a dura prova la tenuta di vino e olio e può capitare che un Prosecco bevuto a New York (ma anche a Palermo) sia diverso, a volte peggiore, di quello sorseggiato a Venezia. All’olio, se possibile anche più delicato del vino, a volte basta un’illuminazione troppo intensa per trasformare un prodotto di prima qualità in uno ordinario, se non nocivo. Eppure non esiste né in Italia né a livello internazionale alcuna norma che indichi le modalità di trasporto di questi due prodotti, non esistono linee guida, non c’è alcun obbligo di controllo delle temperature a bordo dei camion o dei container. Così il mercato procede in ordine sparso e, accanto a ottimi esempi di imballaggi e consegne di qualità, convivono pratiche artigianali, dove il trattamento del prodotto viene lasciato alla buona volontà dell’operatore che spesso non ha consapevolezza del grande valore racchiuso nella bottiglia. Valore per il palato, ma anche e soprattutto per la reputazione dell’intera filiera e del made in Italy in generale.
Più conoscenza reciproca
Alla base del problema anche la scarsa conoscenza reciproca tra produttori agricoli e il mondo del trasporto e della logistica che ha sviluppato un know how importante in questo settore con realtà che, ponendo al centro le esigenze del cliente, mettono in campo tecniche di imballaggio e mezzi di qualità a completa tutela del prodotto trasportato. Lo scopo dello speciale realizzato da Uomini e Trasportiè quello di agevolare la conoscenza dei due universi, semplificare la comunicazione e avviare un dialogo anche a livello istituzionale che possa portare qualità in questa catena logistica. Un’esigenza, d’altra parte, manifestata anche dal mondo del trasporto. «Noi chiediamo che questi prodotti siano inclusi nell’accordo ATP definendo le giuste temperature a cui devono essere trasportati – ha sottolineato Umberto Torello, presidente di Tranfigoroute Italia – Per fare questo bisogna stringere i rapporti: sensibilizzare il mondo della logistica alle necessità del produttore e rendere consapevole chi produce delle molte possibilità di trasporto».
Tra gli approfondimenti nello speciale, un’intervista a Clara Ricozzi, presidente dell’Oita (Osservatorio interdisciplinare trasporto alimentare), le voci di Fercam (intervista al presidente Thomas Baumgartner), Palletways, UPS, Combitras, Arco Spedizioni, Net Logistic. La posizione di Vinarius, l’associazione delle enoteche italiane, di Valoritalia, società di certificazione dei vini, di Paolo Porfidio, sommelier ed enologo, di Aldo Mazzini, assaggiatore professionista di olio. E infine diversi studi e dati sull’argomento, tra cui quelli dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano, del Dipartimento di ingegneria industriale dell’Università di Bologna, dell’Ismea e di Infocamere.